Giovedi, 01.09.2022
«Quando si parla di sostenibilità non esiste concorrenza»
United Against Waste:
Transgourmet/Prodega punta su tre pilastri della sostenibilità: prestazione sostenibile dell'assortimento, efficienza delle risorse e tutela del clima, nonché collaboratori e società. Quale delle tre dimensioni è la più importante a suo avviso?
Sophie Bosshart: Tutti e tre i pilastri hanno la stessa importanza. Si tratta di migliorare e sviluppare insieme la dimensione ambientale, economica e sociale.
Cosa si intende per prestazione sostenibile dell'assortimento?
Offriamo un completo assortimento di prodotti. Tra questi, per esempio, 160 prodotti certificati ASC o MSC e circa 700 Bio ed UE Bio. Grazie alla certificazione, i nostri clienti possono approfittare anche di questi standard. Inoltre, offriamo le marche proprie Transgourmet Origine e Natura con cui forniamo ulteriori servizi di sostenibilità.
Per quanto riguarda i prodotti certificati, spetta ai detentori del marchio definire gli standard. Come funziona con le vostre marche proprie?
In merito a temi quali il benessere degli animali o le materie prime critiche, come per esempio l’olio di palma, abbiamo definito un obiettivo quantificabile. Perseguiamo gli obiettivi di riduzione del materiale di imballaggio e delle emissioni di CO2. E, in base alla Science Based Target Initiative (SBTi), vogliamo raggiungere un saldo netto delle emissioni di CO2 pari a zero entro il 2050.
Come deve cambiare l'assortimento dei prodotti Transgourmet/Prodega per raggiungere tali obiettivi?
Siamo solo nella fase sperimentale e stiamo rilevando le emissioni nel nostro assortimento. Al momento è ancora difficile ottenere dei dati precisi. Ci rendiamo conto che mantenere le relazioni e collaborare con i fornitori diventerà un fattore ancora più importante. Anche perché sempre più aziende vogliono aderire all'SBTi o ridurre individualmente le proprie emissioni di CO2.
L'SBTi impone delle direttive per la riduzione dello spreco alimentare?
In modo indiretto: se contribuiamo all'iniziativa Food Save, riduciamo anche le nostre emissioni di CO2, contribuendo così al raggiungimento dell'obiettivo.
20 anni fa Transgourmet ha avuto un ruolo fondamentale nella fondazione di Tavolino Magico: che ruolo hanno oggi questa associazione e altri simili progetti pionieristici?
Tavolino Magico vanta ancora un ruolo di grande importanza per noi, poiché ci permette di salvare in tutta la Svizzera generi alimentari buoni e sani, anche se non più vendibili e di utilizzarli per una buona causa.
Lei fa anche parte del comitato direttivo di United Against Waste. Perché?
Poiché tramite la nostra adesione possiamo promuovere il tema Food Save sia a livello interno che esterno.
In che modo?
Siamo molto vicini a questo sviluppo e in tal modo possiamo dire la nostra. I nostri clienti possono beneficiare delle nostre competenze e noi siamo ben lieti di trasmetterle. Inoltre, possiamo introdurre e testare soluzioni concretamente prima che vengano sancite per legge.
Come riuscite a sensibilizzare la clientela riguardo ai provvedimenti di Food Save?
Non solo rispetto ai provvedimenti di Food Save. Nelle slide della presentazione aziendale è visibile una panoramica delle nostre aspirazioni sulla sostenibilità e ogni mese comunichiamo un tema riguardo al punto chiave della sostenibilità per diffondere le conoscenze sia a livello interno che esterno. A settembre, per esempio, si parlerà dello spreco alimentare. L'obiettivo è che tutti i collaboratori sappiano cosa sta succedendo e che possiamo indicare ai clienti i progetti in corso e le possibili soluzioni, direttamente o tramite un partner come United Against Waste.
Come reagiscono i vostri venditori agli obiettivi di sostenibilità?
Sono molto interessati, proprio come i nostri clienti.
Dove ritiene la necessità di adottate misure a livello politico?
Un passo importante è sicuramente costituito da un piano d'azione contro lo spreco alimentare che tenga conto della produzione e della gastronomia. In Francia o in Gran Bretagna vediamo che leggi severe semplificano e migliorano l'utilizzo delle eccedenze alimentari e, quindi, ne riducono gli sprechi. Il Consiglio federale prenderà in considerazione provvedimenti obbligatori solo dopo il 2025. Spero che questo processo consenta di raggiungere risultati concreti in tempi più brevi.
Il commercio all'ingrosso e quello al dettaglio sono responsabili di circa il 5% dello spreco alimentare e di circa l'8% dell'impatto ambientale. C'è ancora un potenziale riguardo al Food Save?
In realtà, stiamo già sfruttando numerose potenzialità. Tuttavia, cerchiamo di migliorare ogni giorno. I nostri sistemi di ordinazione sono sempre più intelligenti e suggeriscono con maggiore precisione le quantità da acquistare. I nostri collaboratori e le nostre collaboratrici vengono formati in modo adeguato. Grazie ai nostri buoni rapporti con i clienti, possiamo anche vendere le scorte restanti in modo proattivo.
Qual è la vostra esperienza con l'implementazione della DCM+?
È ancora presto per fare dichiarazioni definitive; l'inizio è stato positivo. Certamente, la messa in atto implica un ulteriore dispendio per i mercati. In realtà, non abbiamo ancora alcuna esperienza. Finora il processo non è stato adottato in nessun mercato, in modo da potersi basare su feedback. Per il momento, credo che questa domanda debba essere lasciata ancora in sospeso fino a quando la realizzazione non sarà effettivamente messa in atto.
Vendete tali prodotti a clienti selezionati?
Sì, per motivi di spazio nei nostri mercati a libero servizio non possiamo allestire ulteriori scaffali per questi prodotti. Quindi, i nostri addetti alle vendite si rivolgono in modo proattivo ai clienti che riteniamo siano interessati a tali prodotti. Finora ha funzionato bene, poiché il processo di surgelazione non è nuovo per noi. Solo la distribuzione di generi alimentari dopo la scadenza della DCM è una novità, come nel caso dei prodotti dell'assortimento secco.
Le consuetudini commerciali sono un elemento importante dell'approvvigionamento e queste vengono regolarmente criticate in quanto causa di sprechi alimentari.
Sì, per questo è necessario un cambiamento a livello sociale. Perché siamo parte di un mercato, di un settore. Le consuetudini commerciali sono un elemento importante dell'approvvigionamento e queste vengono regolarmente criticate in quanto causa di sprechi alimentari.
Ci sono regole che vogliamo e in alcuni casi dobbiamo rispettare. Per questo motivo promuoviamo soluzioni di settore e facciamo parte di United Against Waste. È molto importante lavorare insieme per la sostenibilità, poiché quando si parla di sostenibilità non esiste concorrenza.
Ultima domanda: come sarà da qui al 2050 la realtà di Transgourmet?
Sarà CO2 neutrale e libera da emissioni. Non ci saranno più discussioni in merito alla sua realizzazione: le pratiche di risparmio delle risorse e di sostenibilità sono un dato di fatto. E a tale proposito, possiamo constatare di aver avviato per tempo il processo di trasformazione.
Tutto su:
Sophie Bosshart, classe 1992
lavora come specialista della sostenibilità presso Transgourmet/Prodega da novembre 2021.
Master of Science (MSc) of Sustainable Development
Mi ha sempre affascinato il rapporto che intercorre tra uomo e natura. Purtroppo, non sempre trattiamo bene il nostro ambiente, nonostante dipendiamo da esso. Pertanto, ho cercato un modo per affrontare questo dilemma. È proprio questo il senso della sostenibilità, in cui le dimensioni dell'ambiente, società ed economia vengono considerate allo stesso modo al fine di perseguire soluzioni che tengano conto di tutte le esigenze. Non è sempre facile, ma sono proprio queste sfide che trovo davvero entusiasmanti.
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