Mercoledì, 31.12.2025
La verdura: un arcobaleno fiammante
Cos’è quella cosa sulla zuppa? È cavolfiore? E perché è viola? Che ci hanno messo per farlo così? In quella che potrebbe essere un’ipotetica conversazione con un cliente si avverte dapprima un piccolo momento di sconcerto a cui segue un sorriso, un timido assaggio, la richiesta di chiarimenti e un ricordo speciale che si sedimenta nella memoria.
«Showgourmet» è il termine usato dallo «Zukunftsinstitut», l’istituto tedesco che studia le tendenze future, per indicare in un suo whitepaper del 2025 uno dei 16 trend della gastronomia. La tendenza consiste nell’offrire al cliente una narrazione e un’esperienza che va oltre la mera degustazione del piatto. Perché a volte anche uno piccolo attimo di sconcerto può diventare un momento speciale.
Il piatto canta
Pensiamo alla situazione in cui troviamo sul piatto un ortaggio di un colore diverso da quello cui siamo abituati, per esempio un cavolfiore viola. L’effetto sorpresa è dato dal colore curioso dell’ortaggio e da come ne raccontiamo la storia. Nel cavolfiore, infatti, le variazioni cromatiche sono un fenomeno naturale, non indotto da coloranti alimentari, ingegneria genetica o da altre diavolerie, ma da una selezione varietale mirata.
Oltre al cavolfiore viola (cimone viola), ne esiste anche una varietà gialla. Dal punto di vista organolettico le differenze tra le due varietà sono minime rispetto alla versione bianca. Ciò che li distingue dal cavolfiore classico è la preparazione che richiede più accorgimenti. Sbollentato, fritto, cotto al forno o grattugiato a crudo, il cavolfiore colorato dà sempre spettacolo.